lunedì 14 novembre 2011

Ecco la mappa delle aree ad alta criticità idrogeologica

L’argomento è – purtroppo – di forte attualità, dopo le alluvioni di Genova, Levante Ligure e Lunigiana, dove i temporali (sempre più simili a tempeste tropicali) hanno mostrato quanto il rischio idreogeologico nel nostro Paese sia alto. A tal proposito l’ENEA (Agenzia Nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) hanno messo a disposizione le mappe che definiscono le aree ad alta criticità idreogeologica (vedere mappa a sx). I principali picchi sono proprio nell’area ligure e nel nord della Toscana (tristemente sconvolte dalle alluvioni di questi ultimi giorni), poi troviamo le Alpi, il Friuli Venezia Giulia, la Campania e la Calabria. La mappa elaborata dagli esperti riguarda 29.517 kmq di aree a rischio censiti (10% territorio italiano) e ha portato alle seguenti conclusioni: il 4,1% della superficie del nostro territorio è a rischio alluvioni, il 5,2% a rischio frane e, infine, lo 0,5% a rischio valanghe. Le zone con il maggior numero di eventi catastrofici poi, sono spesso sovrapposte a quelle con maggiori piogge. Elaborando tali dati, la zona più colpita è la Liguria, seguita dall’Umbria, dalle zone appenniniche e dalle regioni con molte aree collinari. Spiegando tutto in numeri, in Liguria su un totale di 235 comuni, 196 sono stati colpiti o da frane o da alluvioni; nel Piemonte 646 comuni su 1.209; in Lombardia 759 su 1.546 comuni, mentre in Umbria 90 su 92.


Secondo le previsioni degli esperti, a causa delle piogge più intense, ad esempio, diverranno più frequenti le colate di detriti su arco alpino e pre – alpino, così come sui versanti dei rilievi calabresi meridionali, sui rilievi siciliani nord orientali e di specifiche aree montuose peninsulari (tra cui Versilia e penisola Sorrentina). Le colate rapide di fango e i flash floods, come quelli che stanno colpendo la Liguria in questi giorni, sono di fatto destinate ad aumentare lungo tutto l’Appennino, mentre sulla catena alpina ci saranno sempre più eventi di tipo franoso, causati dallo scioglimento dei ghiacciai. Il cambiamento climatico sembra ormai aver raggiunto anche i territori europei e l’Italia non fa eccezione.


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