giovedì 27 ottobre 2011

Halloween: ecco le zucche da record, in Italia e nel mondo

Halloween è ormai alle porte e, specialmente negli Stati Uniti, in molti stanno già provvedendo a intagliare le zucche con volti più o meno minacciosi – come da rito. Zucche quindi da intagliare, o da mangiare, ma anche zucche da record: forse non molti sanno che esiste un ente internazionale – il Great Pumpkin Commonwealth -  che ogni anno stila una classifica mondiale delle zucche giganti, certificando i risultati delle pesature delle zucche ricevute da ogni parte del mondo. L’ente ha così certificato le 4 zucche più grandi del mondo – rigorosamente intagliate – che sono in esposizione al New York Botanical Garden dove potranno essere ammirate fino al 30 ottobre. Il record assoluto spetta alla zucca proveniente dal Quebec: ben 825 kg di peso (battendo anche il record dello scorso anno, dove la zucca più grande pesava 759.5 kg e proveniva dal Massachusetts).


Ma anche il nostro Paese non scherza: a Foiano della Chiana – in provincia di Arezzo - sono state infatti premiate le tre zucche più grandi d’Italia (premio riconosciuto dalla federazione internazionale Giant Pumpkin Commonwealth). Il record assoluto spetta a quella presentata dall’azienda agricola Bartoli (del comune di Novellara, Reggio Emilia): ben 533 kg e praticamente larga più del gradino del podio su cui è stata appoggiata (vedere foto di seguito). Non è il primo record per questa azienda novellarese, già nei mesi scorsi si erano aggiudicati un altro riconoscimento, quello di Miss Anguria, ovvero  il primo posto per l’anguria più grande dal peso di ben 108 Kg. Il terreno dove sono coltivati gli ortaggi di questa azienda sembra avere davvero qualcosa di speciale visti i risultati..



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A COOP il Premio Internazionale Good Chicken

Coop premiata nuovamente da Compassion in World Farming (la maggiore organizzazione internazionale per il benessere degli animali da allevamento): dopo le uova a marchio Coop allevate a terra (Premio ‘Good Egg 2010‘), quest’anno è la volta del premio Good Chicken 2011, assegnato per i metodi di allevamento delle carni avicole a marchio Coop. Il riconoscimento è stato assegnato a Parigi a Coop Italia il 20 ottobre 2011: “Coop è la prima catena della grande distribuzione italiana ad ottenere un simile riconoscimento e ne andiamo orgogliosi” sottolinea Vincenzo Tassinari, Presidente del Consiglio di gestione di Coop Italia. Già dal 2007 Coop ha coinvolto i propri fornitori in un progetto di miglioramento delle condizioni di benessere nell’allevamento degli animali da reddito, lanciando il proprio codice etico (dichiarazione di politica aziendale) in tema di benessere animale e i primi disciplinari di produzione, messi a punto coinvolgendo il mondo scientifico e della ricerca, contenenti i requisiti migliorativi e i relativi indicatori in tema di ambienti e strutture di allevamento, densità dei capi e arricchimento ambientale.


“A Coop Italia va tutto il nostro plauso per la decisione storica di impegnarsi per il miglioramento delle condizioni di vita di quasi 30 milioni di polli ogni anno” dichiara Annamaria Pisapia, Food Business Manager per l’Italia di Compassion in World Farming “si tratta di una decisione che pone Coop ancora una volta all’avanguardia sul tema del benessere animale non solo in Italia, ma anche in Europa”.

Coop tra l’altro è stata anche la prima impresa della grande distribuzione ad aderire ai protocolli sui cosmetici non testati sugli animali (la certificazione include tutti i 67 prodotti cosmetici a marchio), e dal 2006 a fronte della situazione documentata dalla lega antivivisezione e da altre organizzazioni internazionali Coop ha eliminato l’uso delle pellicce naturali dai capi del tessile richiedendo ai suoi fornitori specifiche dichiarazioni di conformità e impostando controlli ad hoc per accertare la veridicità delle dichiarazioni.


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Esperti australiani chiedono più cibi sani nei supermercati

Succede in Australia, dove un gruppo di esperti ha chiesto direttamente al governo di incentivare la vendita di alimenti più salutari nei supermercati e di fermare quella del cosiddetto cibo spazzatura. Alla base della richiesta, i dati di una nuova ricerca della Deakin University’s Centre for Physical Activity and Nutrition Research di Melbourne secondo la quale nei supermercati situati nelle periferie della città più povere sono maggiori gli spazi dedicati ai cibi spazzatura rispetto a quelli presenti nelle zone più ricche della periferia. Allo stesso modo i supermercati situati nelle zone più povere della periferia della città hanno anche una minor presenza di cibi sani rispetto a quelli delle zone più ricche.



Lo studio, presentato la scorsa settimana dal dottor Adrian Cameron e dal dottor Lukar Thornton in una apposita conferenza stampa ha coinvolto 35 negozi Woolworths e Coles delle zone più e meno ricche (socialmente e economicamente parlando) della periferia di Melbourne. I ricercatori chiedono interventi perchè possano essere incentivati (anche con promozioni e offerte) gli acquisti di prodotti sani rispetto a quelli ‘spazzatura’ (questi ultimi – secondo gli esperti – accusati di essere esposti nelle aree principali dei supermercati, oltre ad avere spazi maggiori). Ma la risposta di Kathryn McFarlane –  portavoce del ministro della sanità australiano David Davis – è stata molto chiara: il governo non ha intenzione di frenare la promozione o la disponibilità di cibo spazzatura nei supermercati, preferendo invece puntare sulle mense scolastiche, sugli orti comunitari e sui centri commerciali nella propria ‘battaglia’ contro l’obesità infantile. E voi, vorreste più cibo sano e meno junk food nei supermercati italiani?


[ fonte Herald Sun ]


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Bere troppe bibite gassate può causare aggressività

E’ possibile che un consumo eccessivo di bibite gassate possa aumentare la tendenza all’aggressività nelle persone? Sembrerebbe proprio di si. Secondo uno studio approfondito, effettuato su studenti (e pubblicato sulla rivista Injury Prevention, edita dal British Medical Journal), il consumo di bibite è legato a maggiore probabilità di commettere atti violenti, portare con sè armi, aggredire coetanei e fratelli. Il motivo del legame tra consumo di bibite e violenza non è però ancora chiaro: potrebbe esserci un nesso di causa-effetto, ovvero bere troppe bibite potrebbe indurre alla violenza, magari a causa di qualche ingrediente contenuto in esse che stimola l’aggressività (per esempio zucchero o caffeina), spiega Sara Solnick dell’Università del Vermont (a Burlington) in un’intervista all’ANSA. Oppure il legame bibite-violenza potrebbe riflettere un altro problema: il consumo di bibite potrebbe essere dovuto al bisogno di assorbire più zuccheri e questa necessità metabolica indurrebbe alla violenza.


Gli esperti hanno coinvolto nella ricerca 1878 teenager, chiesto loro quante lattine di bibite gassate – non light – avessero bevuto la settimana precedente e di riferire in quanti e quali atti aggressivi si fossero lasciati andare nell’ultimo anno. E’ emerso che, anche tenendo conto di altri fattori di rischio come alcol e fumo, vi è un netto legame tra consumo di bibite e probabilità di avere atteggiamenti aggressivi verso coetanei, familiari o partner. ”In sintesi – spiega Solnick – al crescere del consumo di bibite corrisponde la maggior probabilità di avere atteggiamenti violenti”. Per capire se la causa di questo aumento dell’aggressività possa essere qualche ingrediente contenuto nelle bibite (zucchero o caffeina o altro) serviranno nuovi e approfonditi studi. Nell’attesa, se vi ritrovate nel bel mezzo di una accesa discussione, potete sempre chiedere quante bibite gassate il vostro interlocutore ha bevuto (ma a vostro rischio e pericolo!).


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Halloween 2011: prezzi della zucca in ribasso rispetto al 2010

Buone notizie per chi si accingerà a festeggiare Halloween il prossimo 31 ottobre: secondo una verifica dell’Associazione per la difesa e l'orientamento dei consumatori (Adoc), la festa di domenica prossima potrebbe incidere con un incremento di spesa di poco inferiore all’1% rispetto all'anno scorso. Gli aumenti sarebbero quindi irrisori per i dolci, mentre la zucca, ottima per rappresentare Jack-o’-lantern o per ricette tipicamente autunnali, costa in media 2,05 euro al kg, il 7,3% in meno del 2010. Secondo l’associazione, Halloween quest’anno muoverà un giro d'affari di 350 milioni di euro e gli aumenti più sostanziosi saranno per gli italiani che festeggeranno la notte in un locale (+5,2% rispetto allo scorso anno). Per gli amanti di dolci e cioccolato non mancano poi le occasioni presso le grandi catene di distribuzione: dalla Nutella in offerta a partire da 2.12 euro (400 gr.), al cioccolato di marca scontato (Milka, Lindt, Perugina, Novi, Ritter..) agli altri dolciumi e caramelle. Insomma, si potrà festeggiare e non rischiare di alleggerire troppo il portafogli.



L’unico dato davvero negativo per le tasche degli italiani sarà per chi vorrà commemorare i defunti il 2 novembre con fiori e lumini: secondol’Adoc nei giorni precedenti arriveranno a costare anche oltre il 2-3% rispetto allo scorso anno. Il confronto si fa più impietoso se rapportato all’ultimo prezzo in lire del 2001: per i lumini in dieci anni l’aumento del prezzo è pari al 1192%, per un mazzo di margherite al 216%, per un mazzo di crisantemi al 340%.


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Londra: sconti sulla spesa per chi lascia l’auto a casa

Le città europee alle prese con lo smog sono tante, tra queste ce ne è una che non smette mai di lanciare nuove iniziative per contrastarlo: si tratta di Londra. Dopo aver lanciato la congestion charge, puntato sul verde con l’inserimento di barriere di siepi e piante lungo le strade, fino al divieto assoluto di tenere il motore acceso durante le soste e il calcio magnesio acetato sull’asfalto (per catturare le microparticelle), ora si cambia strada. Transport for London (l’agenzia municipale dei trasporti) e Recyclebank (una società che riconosce premi ai cittadini che compiono “azioni verdi”) hanno deciso di incentivare a loro modo le scelte ecologiche nel trasporto privato. Dalla prossima primavera chi andrà a piedi o in bicicletta per le vie di Londra sarà premiato con buoni sconto spendibili nei negozi e nei supermercati della città. Partecipano all’iniziativa anche i privati, tra cui la nota catena britannica Marks & Spencer.



Come funziona: verrà chiesto a chi frequenterà la capitale di registrarsi via smartphone, permettendo così un tracciamento degli spostamenti effettuati dai cittadini. In cambio di questa disponibilità (e della rinuncia totale alla privacy) si riceveranno – sempre via smartphone – dei bonus a punti che sarà possibile spendere nei negozi degli sponsor dell’iniziativa.  Secondo la Commissione Trasporti di Londra, attualmente gli spostamenti che non includono l'uso di mezzi a motore – compresi bus e metropolitane – sarebbero ogni giorno circa il 25% del totale. Secondo il direttore di Transport for London - Ben Plowden – ‘Camminare e andare in bicicletta sono i modi più sani e più verdi per muoversi in città, come molti londinesi hanno già capito. La campagna che conduciamo assieme a Recyclebank ha un obiettivo: convincerne sempre di più’. La speranza degli organizzatori infatti è che aderiscano all’iniziativa un numero sempre maggiore di catene con le loro offerte promozionali, così da poter allargare  la rete di cittadini disposti a rinunciare ai mezzi inquinanti in cambio di sconti e/o premi. Il successo o l’insuccesso di questa nuova iniziativa lo si potrà scoprire solo a primavera inoltrata..


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Maxi studio su 350mila persone: cellulari non causano tumore al cervello

Cellulare sì, cellulare no: in tanti si son sempre domandati se il telefonino può favorire o meno il tumore al cervello o semplicemente se le radiazioni emesse fanno o meno male all’organismo. Diversi anche gli studi svolti in passato, con risultati contraddittori tra loro. A dare un’iniezione di ottimismo arriva un maxi studio danese svolto su oltre 350mila persone secondo il quale il pericolo salute sarebbe scongiurato, anche se lo si utilizza da più di 10 anni. La ricerca condotta in Danimarca da Christoffer Johansen della Cancer Society di Copenhagen (già autore di altri studi sul tema) e Patrizia Frei dell’Istituto di Epidemiologia dei Tumori di Copenhagen e pubblicata dal British Medical Journal ha coinvolto per la precisione 358.403 possessori di telefonini seguiti mediamente per 18 anni.


Uno studio che va in controtendenza rispetto a quanto dichiarato lo scorso maggio dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), facente capo all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), secondo la quale le onde radio di frequenza compatibile con quella delle onde emesse dai telefoni cellulari sono potenzialmente cancerogene, assegnando alle onde dei telefonini una pericolosità di livello 2B. Lo studio danese sembra però offrire maggiori sicurezze proprio per il vasto campione di individui coinvolti e seguiti per tantissimi anni (1990-2007) dagli esperti. Nel corso del periodo di follow up sono stati registrati 10.729 casi di tumore al cervello ma non è emersa alcuna differenza di rischio tra coloro che utilizzano il telefonino da molti anni e coloro che non lo usano mai.


“Lo studio danese – spiega Frei intervistata dall’ANSA – ha alcuni punti di forza rispetto ai precedenti studi. Per esempio noi non ci siamo basati su informazioni soggettive (e quindi potenzialmente inattendibili) da parte dei partecipanti. Noi abbiamo usato dati sugli abbonamenti a gestori di telefonia mobile (quindi non c’é stato bisogno di porre domande ai singoli partecipanti)..”. Gli unici dubbi rimangono però per coloro che usano moltissimo il cellulare o che lo usano da più di 15 anni (questo studio considera un uso medio di 13 anni) e poi i dati sui bambini restano limitatissimi.


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Il caffè può ridurre il rischio di cancro alla pelle

Bere grandi quantità di caffè può ridurre il rischio di cancro alla pelle: è quanto emerge da una ricerca i cui dati sono derivati ??dal Nurses Health Study (Brigham and Women Hospital) e dall’Health Professionals Follow-Up Study (della Harvard School of Public Health). Se infatti già lo scorso mese vi avevamo parlato di come il caffè sia d’aiuto a contrastare la depressione nelle donne, ora arrivano nuovi benefici. Nel dettaglio, lo studio ha dimostrato come le donne che hanno bevuto più di tre tazze di caffè al giorno hanno avuto il 20% in meno di probabilità di sviluppare un carcinoma a cellule basali (una forma di tumore della pelle a crescita lenta) rispetto a coloro che bevevano meno di una tazza al mese. Per quanto riguarda invece gli uomini coinvolti nello studio (che hanno consumato più di tre tazze di caffè), la percentuale di riduzione rischio era del 9%.


Dai dati è emerso comunque che bere caffè non riduce il rischio di melanoma, la forma più mortale di cancro della pelle. Secondo i ricercatori la corretta o meno alimentazione può avere un grande impatto sulla salute pubblica: basti pensare che negli Stati Uniti d’America quasi 1 milione di nuovi casi di carcinoma basocellulare viene diagnosticato ogni anno. Sempre dai ricercatori arriva però un avvertimento: serviranno ulteriori ricerche per capire esattamente il meccanismo di azione del caffè sul nostro organismo (e i suoi effetti benefici per la prevenzione del cancro alla pelle), anche se precedenti studi avevano dato esiti simili (ad es: il consumo di caffè è stato associato anche ad una riduzione del rischio di cancro al seno e  del cancro alla prostata).


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La dieta mediterranea favorisce la fertilità maschile

Pesce fresco, frutta, verdura, legumi e cereali: se state cercando di avere un figlio, sono questi gli alimenti – tipici della nostra dieta mediterranea – da far mangiare ai vostri mariti o fidanzati. Secondo i ricercatori della Harvard School of Public Health sono questi alimenti infatti (insieme all’esercizio fisico) ad aumentare le chance di successo di diventare genitori. La notizia arriva dal convegno annuale dell’American Society of Reproductive Medicine di Orlando (Stati Uniti) e ripresa dal quotidiano inglese The Independent: i ricercatori hanno presentato tre diverse ricerche che sottolineano quanto anche lo stile di vita dell’uomo sia importante per aumentare la probabilità di concepimento. In particolare, alimentazione sana e attività fisica moderata aumentano la motilità e la concentrazione dello sperma. ”La motilità spermatica è molto importante per le coppie che vogliono concepire naturalmente – ha spiegato Audrey Gaskins dell’Università di Harvard. Un piccolo aumento può portare a una piccola crescita della fertilità”.


Una dieta in stile mediterraneo, che contiene anche verdure a foglie, legumi e cereali interi, aumenta infatti le possibilità degli spermatozoi di raggiungere l’ovulo dell’11%. Un aiuto molto utile alle coppie che cercano di concepire un figlio naturalmente, senza ricorrere ad ormoni o alla provetta. Nuove ricerche dunque non fanno che confermare – se ce ne fosse ancora bisogno – la qualità della dieta mediterranea e i suoi effetti sul nostro organismo.


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Verdure a foglia verde come rinforzo del sistema immunitario

A riferirlo sono gli scenziati del Babraham Institute di Cambridge: le verdure a foglia verde, come i broccoli, sono all’origine di un segnale chimico che riesce a potenziare il sistema immunitario dell’organismo. Questi ortaggi infatti garantirebbero il corretto funzionamento delle cellule immunitarie dello stomaco e della pelle , conosciute come linfociti intra-epiteliali. Lo studio. I ricercatori hanno alimentato dei topolini di laboratorio con una dieta povera di vegetali per tre settimane: al termine dell’esperimento, dagli animali erano scomparse dal 70 all’80% di queste cellule protettive.


Le cellule intra-epiteliali costituiscono una rete che si estende al di sotto delle cellule epiteliali che ricoprono internamente e esternamente il corpo formando la prima linea di difesa della pelle nella riparazione delle ferite. L’equipe di studiosi ha scoperto che il numero di linfociti intra-epiteliali dell’organismo dipende dai livelli di una proteina, il recettore aril-idrocarburo, che viene regolata da sostanze che si trovano soprattutto nelle verdure crocifere come broccoli, cavolini di Bruxelles, cavoli o cavolfiori. La ricerca conferma l’importanza del consumo di questi vegetali nella dieta delle persone sane e sottolinea l’effetto protettivo di questi vegetali in chi soffre di malattie infiammatorie dell’intestino.


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